Operazioni navali nella prima guerra mondiale

Operazioni navali nella prima guerra mondiale
parte della prima guerra mondiale
In senso orario dall'alto a sinistra: la Cornwallis fa fuoco nella baia di Suvla, Dardanelli 1915; U-Boot ormeggiati a Kiel, 1914 circa; una scialuppa si allontana da una nave Alleata colpita da un siluro tedesco, 1917 circa; due MAS italiani in esercitazione nelle fasi finali della guerra; manovre della flotta austro-ungarica con in primo piano la Tegetthoff
Data28 luglio 1914 - 11 novembre 1918
LuogoOceano Atlantico, Mare del Nord, Mar Mediterraneo, Mar Nero e Mar Baltico
EsitoVittoria delle Potenze dell'Intesa ed alleati
Schieramenti
Comandanti
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Le operazioni navali nella prima guerra mondiale si svilupparono principalmente intorno all'esigenza di garantire la sicurezza delle proprie vie di comunicazione marittima e di bloccare o insidiare quelle del nemico. In particolare le marine militari delle potenze alleate (la Royal Navy britannica, la Marine nationale francese, la Rossijskij Imperatorskij Flot russa, la Regia Marina italiana ed, in misura minore, la United States Navy statunitense e la Marina imperiale giapponese) adottarono una strategia che puntava a controllare le aree utilizzate dai propri traffici marittimi e a imporre il blocco di quelli avversari.

Le operazioni navali delle marine degli Imperi centrali (la Kaiserliche Marine tedesca, la k.u.k. Kriegsmarine austro-ungarica e la Osmanlı Donanması ottomana) furono invece caratterizzate dalla strategia della "flotta in potenza": numericamente superate, le flotte di superficie degli Imperi Centrali non si impegnarono in scontri frontali con il grosso del nemico, ma mantennero una minaccia "potenziale", cercando di usurare le forze avversarie, di forzarne il blocco e di insidiarne le rotte commerciali attraverso l'utilizzo di unità leggere, sommergibili e navi corsare.

Le operazioni belliche coinvolsero (in maniera più o meno diretta e più o meno intensa) tutti gli oceani e gli specchi d'acqua principali del globo. Se il Mare del Nord fu teatro degli scontri a distanza tra la Hochseeflotte tedesca e la Grand Fleet britannica, nel Mar Mediterraneo le flotte combinate di Italia, Francia e Regno Unito (con piccoli contributi da parte di Giappone, Australia e Grecia) si confrontarono con la marina austro-ungarica, praticamente asserragliata all'interno dei suoi porti sul Mare Adriatico, oltre ad impegnarsi contro le difese ottomane dello stretto dei Dardanelli.

L'immenso Impero russo si trovò ad affrontare la Germania nel mar Baltico e l'Impero ottomano nel Mar Nero, mentre le poche navi tedesche a guardia delle colonie dell'Oceano Pacifico furono surclassate dalle più numerose flotte giapponese ed australiana; anche l'Oceano Indiano e le acque del Sudamerica furono teatro di scontri tra le navi corsare tedesche e le squadre di incrociatori Alleati inviate alla loro caccia. Infine l'Oceano Atlantico fu teatro della prima grande campagna sommergibilistica della storia, con gli U-Boot tedeschi impegnati contro il traffico commerciale diretto verso le isole britanniche e intenti a confrontarsi con le forze congiunte di Regno Unito e (dopo il 1917) Stati Uniti.


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